LICEO SCIENTIFICO A CURVATURA SPORTIVA

Il Liceo Scientifico ad indirizzo sportivo nasce da un desiderio di completezza: l’adolescente non è solo istruzione e didattica, ma è anche corpo, emozioni. Lo sport, a qualunque livello, diventa

  • un’occasione di dialogo tra mondo scolastico e mondo sportivo;
  • una scelta di impegno, costanze e sacrificio che parla un linguaggio analogo alla scuola
  • una passione che può stimolare anche l’impegno scolastico

Il Liceo Vida propone un’organizzazione dell’orario scolastico su 5 giorni (dal lunedì al venerdì) che permetta le attività sportive (anche al sabato, senza perdere le lezioni) e un lavoro didattico strutturato che chiede alla strutturazione sportiva di  dialogare costantemente con la scuola. Questa organizzazione, pensata e voluta dagli adulti (docenti che la organizzano, famiglia che sceglie la scuola, mondo sportivo che interagisce per una crescita armonica e omogenea) è una scelta per favorire un lavoro scolastico-sportivo adeguato.

Il percorso è quinquennale e il diploma è  liceo scientifico.

La preparazione  è quella del Liceo Scientifico, un Liceo Scientifico “con tanto sport”, un Liceo Scientifico che vuole accompagnare “con gusto”, un Liceo Scientifico dove “lo sport sia cultura e la cultura sia uno sport”.

Lo sport non è un’appendice della scuola e la palestra, la piscina, il campo all’aperto non sono sganciati dalla didattica. Entrambe interagiscono sul soggetto per permettergli una crescita armonica e stimolarlo, attraverso la passione, all’interesse generale che la scuola vuole dare. Si pensa, dunque, ad una didattica attenta all’attività sportiva, interessata al mondo sportivo e alla sua attività che coinvolge l’adolescente e la sua famiglia.

Gli insegnanti si fanno promotori di un nuovo approccio didattico – disciplinare finalizzato a recuperare il valore e l’utilità della cultura a partire dall’esperienza sportiva vissuta dai ragazzi. Nelle ore curricolari i docenti valorizzano la ricchezza dell’esperienza sportiva attraverso la propria disciplina rendendo concreto l’intreccio tra sapere e fare. Sia le discipline scientifiche che quelle umanistiche possono trarre dallo sport spunti per lavorare sull’interdisciplinarietà, maturando un sapere ad ampio respiro. Tale approccio innovativo rende l’esperienza scolastica più vicina alle nuove generazioni e maggiormente efficace in quanto valorizza l’abilità degli studenti nel creare collegamenti con le attività che svolgono.

Il prospetto ministeriale delle ore curricolari per il primo biennio del Liceo Scientifico è di 891 ore annuali (28 settimanali per 33 settimane). Al Liceo Vida, essendo le ore di religione 2 a settimane, le ore settimanali passano a 924.

Il 20% di queste ore (cioè il massimo di ore disponibili per la curvatura sportiva) sono 168. Le ore curricolari sono 756. La scuola utilizza le 168 ore in questo modo:

  • La scuola struttura 4 settimane, cioè 116 ore annuali per conoscenza, attività, proposte sportive (gioco di squadra, conoscenza della disabilità, approccio a varie discipline sportive).

 

  • Queste settimane non sono per “fare spazio allo sport”, per staccare dalla scuola, ma per dare il messaggio che lo sport è parte integrante della persona, dunque della scuola; lo sport è visto come espressione della persona e come cammino per crescere: scuola e sport per educare nella vita quotidiana con un medesimo linguaggio

 

  • Le ore rimanenti (52 ore) rimangono a disposizione della scuola per agire sulla vita scolastica. Dal momento che lo sport è affaticamento, provoca qualche assenza (gare, stanchezza…) e potrebbero servire potenziamento e recupero (impossibili da farsi nel pomeriggio, visto l’impegno degli allenamenti) quelle ore, al mattino, resterebbero a disposizione dei docenti per i sopraddetti percorsi.

Tutto questo in funzione di un Liceo moderno e di una docenza adulta che, con patto formativo con la famiglia, prende atto del cambiamento di tempi e in ragione dell’autonomia spinge per un rinnovato interesse verso la cultura (è un Liceo Scientifico) e non tralascia ciò che anima la passione di un adolescente (a indirizzo sportivo).

  • Gli stage sportivi

Alla base di questo nuovo modo di intendere la scuola, la famiglia e lo sport (il territorio) c’è la convinzione di non operare da “soli”, come enti autonomi e con potere assoluto. Ogni agenzia educativa citata è impegnata per prendersi cura della stessa persona, per parlare il medesimo linguaggio educativo, per far recepire all’adolescente che gli adulti che lo hanno a cuore (didatticamente, affettivamente, sportivamente) si parlano e costituiscono una rete educativa e di collaborazione reciproca.

In questa sintonia d’intenti si deve fare strada un patto educativo:

  • Il mondo sportivo presenta alla scuola (attraverso la famiglia) gli impegni annuali e mensili, le uscite “fuori porta”, soprattutto quelle che esigono assenze (anche di un giorno) e la scuola si impegna a programmare verifiche e interrogazioni con l’alunno/famiglia in modo che gli impegni scolastici siano rispettati, senza ledere né la passione sportiva, né la formazione culturale. È la persona che cresce nell’impegno che ciascuno prende.

 

  • La scuola ha i suoi referenti: oltre la Presidenza e il coordinatore di classe il Liceo avrà delle figure di riferimento “sportive” che possano tenere i rapporti con le società sportive;

 

  • Le tre agenzie educative (scuola, famiglia e mondo dello sport) hanno come progetto e finalità la crescita della persona: un buon atleta potrà essere un ottimo studente e l’impegno scolastico sarà incentivo per uno sport ancora più proficuo.

 

  • Scuola, sport e disabilità

La tradizione del Liceo Vida è quella di un’attenzione al mondo della disabilità. Più ogni adolescente e ogni adulto sa leggere le proprie fragilità maggiormente potrà a sua volta, vincerle e superarle. A maggior ragione in un Liceo che vuole fare dello sport un’unità di misura per comprendere e superare le difficoltà.

Da alcuni anni, soprattutto d’estate, è maturata l’idea con le cooperative GAMMA e VARIETA’ di Cremona (via Bonomelli) un’esperienza con i ragazzi affidati al servizio di neuropsichiatria infantile. In quest’ottica lo sport assume la volontà di appianare le distanze, azzerare ogni discriminazione, aiuta a trovare soluzioni pratiche per vivere insieme.

Lo sport facilita i legami, appiana le differenze che una vita ordinaria evidenzia, favorisce l’incontro con l’altro (correre insieme, nuotare insieme, saltare insieme, passare la palla…). Ad esempio l’attività del baskin, specificità cremonese, già conosciuto e apprezzato da molti studenti del Liceo Vida, sarà un primo passo e una risorsa per incontrare il mondo della diversabilità. La situazione di situazioni e regole per farle diventare risorsa.

  • La scuola-palestra di vita
  • Lo sport fa conoscere le proprie capacità, sviluppa i propri punti di forza e aiuta a far accettare anche i propri limiti. Anche l’esperienza scolastica è utile per rileggere le proprie fragilità, inadempienze, errori e ogni ragazzo/a cresce nel momento in cui accetta le proprie difficoltà e studia, col mondo adulto (familiare, scolastico, sportivo, educativo) un percorso per superarle senza abbattersi mai;
  • Lo sport fa conoscere le proprie fragilità non in sé soltanto, ma proprio a contatto con la disabilità e chiede di affrontarle non in sé solamente, ma anche prendendo spunto dalla forza morale con la quale spesso, nei momenti difficili, un disabile supera le sue difficoltà. Questo dà la possibilità di pensare a strade alternative, innovative e creative;
  • Lo sport annulla le barriere sociali e culturali, unisce, aiuta alla fraternità e prossimità, costruisce una società più attenta. La scuola scommette sui giovani e li aiuta a crescere in questa prospettiva.